Il piano è presentato da AiCS assieme ad Acsi, Libertas e Csen ed è rivolto ai bambini tra i 6 e i 14 anni residenti nei Comuni sotto i 10mila abitanti. Coinvolgerà oltre 50mila giovanissimi. Finanziato anche il progetto di ricerca Jump the gap volto ad analizzare il ruolo della donna all’interno dello sport
Gli Enti di Promozione per la prima volta hanno presentato dei progetti comuni per accedere ai fondi del 30 per cento destinati al programma Sport di tutti e che secondo le indicazioni del Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora sono ora destinati alla ripresa dell’attività dopo l’emergenza Covid-19 con focus specifici.
Sport e Salute ha esaminato i piani degli EPS e, insieme agli Enti, la Società presieduta da Vito Cozzoli valuterà l’impatto delle iniziative sul mondo sportivo di base. Obiettivo finale: attività fisica per 600.000 persone, di cui 8.000 con disabilità e oltre 60.000 over 65.
Grazie alla linea introdotta da Sport e Salute, gli Enti hanno fatto squadra, aggregandosi tra loro per raggiungere numeri maggiori sulla cittadinanza. I progetti, ritenuti congrui e ammessi per 5,2 milioni di euro, confermano la capacità degli Enti di Promozione Sportiva di raggiungere, in modo capillare, ogni angolo d’Italia.
Con il progetto “Lo sport siamo noi“, presentato dal raggruppamento tra AiCS, ACSI, CSN LIBERTAS e CSEN, si porta l’attività sportiva dove c’è meno presenza dello sport organizzato, nei comuni sotto i 10.000 abitanti. Vengono messe a disposizione attrezzature per le 540 associazioni sportive coinvolte e lo svolgimento gratuito di attività fisica più volte a settimana per oltre 50.000 bambini compresi tra i 6 e i 14 anni.
Via libera anche ad altri 3 progetti di ricerca, su tre temi che Sport e Salute ritiene fondamentali per la sua azione: tra questi, quello presentato da AiCS, in collaborazione con l’Università di Padova e il raggruppamento ACSI, CSN LIBERTAS e CSEN, volto ad analizzare il ruolo della donna all’interno dello sport, le barriere di accesso alla partecipazione femminile e il ruolo della comunità per eliminare le differenze di genere in ambito sportivo.
LO SPORT SIAMO NOI: IL PROGETTO
La missione del progetto “Sport siamo Noi – Promuovere comunità coese attraverso lo sport di tutti” è quella di avviare alla pratica sportiva i bambini tra i 6 e gli 14 anni e le loro famiglie residenti nei piccoli Comuni italiani, promuovendo i valori della condivisione, il rispetto per l’ambiente e l’appartenenza al proprio territorio.
Si tratta di un progetto nazionale che si pone l’obiettivo generale di diffondere l’attività e l’esercizio fisico come volano di promozione della coesione sociale della comunità. Nel perseguimento di questo obiettivo generale i 4 Enti di promozione sportiva, capofila del progetto, supportano le amministrazioni comunali a organizzare attività costanti e continuative, di sport di base per tutti, con particolare attenzione ai giovani e alle famiglie con fragilità (socio economiche e inserite nel circuito della povertà educativa), utilizzando le aree e le infrastrutture pubbliche, per valorizzarne l’utilizzo da parte di tutti.
I minori coinvolti nelle attività motorie potranno inoltre essere selezionati per accedere ad una fase nazionale. Il progetto ha una impostazione multidisciplinare, pertanto in ogni Comune sarà possibile per i bambini e le famiglie coinvolti sperimentare percorsi di accesso ad almeno 3 discipline sportive. La fase nazionale sarà invece organizzata in modo tale da presentare percorsi motori omogenei per tutti e rappresenterà per le delegazioni di bambini di ogni Comune partecipante e i loro accompagnatori, un vero e proprio festival dello sport.
JUMP THE GAP: il PROGETTO di ricerca
L’obiettivo generale che il progetto di ricerca intende è quello di indagare come la comunità configura le giovani donne e le donne adulte che svolgono attività fisica e le barriere che questa popolazione incontra nella pratica sportiva di base.
Tale indagine consente di osservare in che modo la comunità si immagina, descrive la donna che pratica attività sportiva di base. Attraverso la strutturazione di specifici obiettivi di ricerca sarà possibile indagare quali sono le criticità che in genere una donna di età anagrafica compresa tra gli 11 e i 74 anni incontra nel proprio percorso di vita e che le porta a scegliere, in un preciso momento, di non proseguire l’attività sportiva. In tal modo quindi, sarà possibile esplorare tutti gli elementi (pregiudizi, paure, stereotipi, teorie personali, atteggiamenti) che concorrono a costruire delle barriere tra le donne e il mondo dello sport e che alimentano poi il Gender Gap.
Attraverso l’esplorazione di tali aspetti sarà possibile disporre di un quadro chiaro, preciso e scientificamente fondato rispetto agli elementi che giocano un ruolo nella creazione di differenze di genere in ambito sportivo e che allontanano la donna da tali contesti in modo da promuovere una valorizzazione del genere femminile nello sport e abbattere le barriere che riducono la partecipazione delle stesse alle attività sportive.
Il focus dunque non è soltanto su come si racconta la donna nel mondo sportivo bensì su tutte le voci della comunità che, a diverso titolo, si esprimono rispetto al tema e concorrono a generare un certo modo di narrare tale ruolo.
Attraverso tale indagine è quindi possibile avere a disposizione una descrizione dei discorsi che ruotano intorno al tema e che copra tutto il bacino di ruoli che concorrono a generarli.
Il presente progetto si pone, inoltre, l’obiettivo strategico di promuovere politiche di indirizzo del movimento sportivo amatoriale, atte ad attuare azioni che concorrano ad abbattere le barriere che ostacolano giovani donne e donne mature a praticare l’attività fisica e lo sport di base.
Nel perseguimento di tale obiettivo, a fronte del quadro generale che emergerà dalla ricerca, che sarà rappresentato da un Report scientifico, il raggruppamento degli enti (Università ed EPS) costruirà, in maniera condivisa, un
> Report divulgativo che metterà in condizione AICS, ACSI, CSEN e LIBERTAS di raggiungere i comitati, le associazioni e società sportive, gli affiliati, nonché l’intera comunità, attraverso la promozione di una campagna pubblica ad hoc: video interviste di testimonial dello sport professionale e di persone comuni che praticano sport a livello amatoriale, racconti e storie attraverso i social, articoli pubblicati sulle riviste di settore e la stampa generalista perseguiranno obiettivi di divulgazione diffusa in tutta Italia dei risultati della ricerca.
> Inoltre, a fronte del Report Scientifico, sarà prodotto un documento di Linee Guida indirizzate agli EPS e alle associazioni/società sportive per offrire conoscenze e strumenti utili ad attuare iniziative e azioni specifiche per contribuire ad abbattere le barriere che ostacolano giovani donne e donne mature a praticare e continuare a praticare l’attività fisica e lo sport di base.
> Infine, sulla base delle linee guida gli Enti di promozione sportiva AICS, ACSI, CSEN e LIBERTAS redigeranno un documento di “Committment to Action”, il quale rappresenterà un Piano di azioni in grado di impegnare la dirigenza e i collaboratori sportivi ad applicare azioni per promuovere cambiamenti in ordine a tutti quei livelli che implicano la responsabilità collettiva degli EPS, ovvero nella formazione, selezione, promozione dell’offerta e gestione delle proposte sportive.